Prezzo del petrolio giù. Benzina?

di Euroroma 28/11/2014 ECONOMIA E WELFARE
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Il 2014 è l’anno, nell’ultimo decennio che fa registrare le più cospicue riduzioni del costo del petrolio. Le cause sono facilmente individuabili: crisi economica internazionale, tensioni geopolitiche, debolezza della domanda e infine l’Opec che ha deciso di non tagliare la produzione. Questo basta a spiegare una diminuzione del 25% dal mese di gennaio ad oggi, riportando il costo al 2009. Siamo a 72 dollari al barile. Sempre se rimaniamo ai numeri del 2009, in Italia il costo della benzina era allora mediamente tra 1,2 e 1,3 euro al litro, oggi la media si attesta a 1,7 euro. Qualcosa non torna. Cerchiamo di capirci un po’ di più.

 Le accise.

Dopo la religione, dopo la televisione in Italia vengono le accise. Sembrano un’entità trascendente, si materializzano come una barriera insormontabile, qualcosa che va sempre più su e mai al contrario, più giù. Per la benzina la crisi ha fatto aumentare i costi di raffinazione negli ultimi cinque anni del 46%, da 0,47 a 0,68 euro al litro. Aggiungiamo l’Iva che sulle Accise ha un notevole effetto, 29% in più sul prezzo finale alla pompa. In questa situazione appare consequenziale che ormai la nostra benzina non segua più le oscillazioni del mercato dl greggio, come ci si dovrebbe aspettare, giacché per quasi la metà il prezzo da noi lo fanno queste benedette o maledette accise, che nei prossimi mesi, tra l’altro, dovrebbero far scattare nuovi aumenti pari a 8 centesimi al litro.

I petrolieri.

Mediamente nell’eurozona per i distributori il costo si attesta a 0,6 euro al littro, da noi i distributori aggiungono in media un 13% a quella cifra. Il motivo. L’Unione Petrolifera non lo hai mai spiegato.

Gli scenari.

Per l’Unione europea nonostante tutto il decremento del petrolio potrebbe in qualche modo innescare una timida ripresa degli investimenti industriali, ma la cosa è ancora in una fase embrionale e si vedrà. Per i Paesi produttori tutto sommato cambia poco, il vero discrimine di evoluzioni positive o negative per le loro economie è la decisione di aumentare o diminuire la produzione. Per gli Stati Uniti invece siamo di fronte ad un momento decisivo in ambito energetico. I prezzi sono calati anche per la loro politica energetica, voluta fortemente da Obama, che negli ultimi anni da una parte incentivato le fonti cosiddette alternative, ma contemporaneamente sostenuto le nuove forme di estrazioni non convenzionali di petrolio e gas, ovvero il fracking e lo shale gas. Di fatto le grandi industrie statunitensi sembrano le uniche al momento ad aver beneficiato dello scenario petrolifero del 2014.

 

 

 

 

 

 


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